Smartphone e cibi sostenibili: i Millennials mangiano Dop e Igp

millennials e smartphone alleati in tavola con i cibi dop e igp

Secondo una ricerca Nielsen, sono proprio le generazioni 2.0 quelle pronte a spendere di più per un’alimentazione migliore, puntando sulla scelta di cibi rigorosamente Made in Italy

L’Italia corre bene sulla frontiera dell’alimentazione di qualità: la produzione cresce, il brand nazionale si rafforza, i posti di lavoro aumentano. A trainare il Made in Italy, con prodotti di qualità e alimenti biologici sono soprattutto i ‘Millennials’, le nuove generazioni nate con lo smartphone in mano che possono rinunciare a tutto (o quasi), ma non alle cene al ristorante, alle gite fuori porta e al frigo sempre pieno di cibo di qualità.

  • Il consumatore attento alla qualità

L’identikit del consumatore 2.0 è complesso: giovani con situazioni lavorative spesso instabili, rapporti sentimentali incerti e sempre alla ricerca di nuove prospettive fuori dal Belpaese. Ma sono proprio queste ‘relazioni complicate’ a trasformare lo scaffale degli acquisti. È un pezzo di mondo che si rispecchia nella single society, consumatori che ragionano ‘per uno’ e che sono disposti a spendere di più per cibi di qualità e che facciano stare bene.

mercato della frutta e qualità italiana in Toscana con prodotti certificati dop e igp

A fare luce su questa tendenza sono i dati Eurostat, secondo cui l’Italia è in alto alla classifica per quanto riguarda bar e ristoranti (il 7,6% contro il 6,8% in Ue), benché distanziata dal vertice occupato dalla Spagna. In generale per il cibo la differenza è di circa due punti percentuali, 13,3% dell’Italia contro 11,1% dell’Ue. Stando poi a una ricerca Nielsen, il 52% dei connazionali è disposto a pagare di più per brand sostenibili e, nel campo dell’alimentazione, per i prodotti di origine controllata come Dop e Igp. Il dato interessante è che la percentuale è cresciuta proprio negli anni di crisi (era il 45% nel 2011), quando, almeno in teoria, si dovrebbe guardare al portafoglio più che all’origine dei prodotti. E invece è successo tutto il contrario: le fasce d’età maggiormente propense a pagare di più per la sostenibilità sono state quelle dei millennials (21 — 34 anni) e della generazione Z (15-20 anni). La prima si è posizionata al 73% nel 2015 (in crescita del 50% rispetto al 2014), la seconda al 72% (era il 55% nel 2014). Ecco spiegata la corsa alle filiere biologiche, con un’attenzione particolare alla qualità, specialmente nell’agroalimentare.

  • La salute prima di tutto.

‘Mens sana in corpore sano’ è ancora il leit motiv, anche delle generazioni 2.0. Anche se il costo non è sempre a portata di portafoglio, mangiare di qualità è diventato il radar del carrello della spesa. E, a quanto pare non lo è solo per i millennials, almeno secondo gli acquisti degli italiani. La popolazione adulta è quella più interessata a comprare salume e formaggi, vini e liquori, ortofrutta e miele a denominazione d’origine. L’Osservatorio Immagino prova a stilare l’identikit di questa tipologia di consumatore. Ebbene il legame dei consumatori con i territori cresce in modo proporzionale all’avanzare dell’età e del reddito. Gli alimenti Dop finiscono nei carrelli della spesa soprattutto dei responsabili d’acquisti over 50 e tra coloro con un reddito medio o alto. Profilo simile anche per le famiglie più affezionate ai prodotti certificati Igp: prevalentemente ha un reddito alto e un responsabile acquisto ancora più maturo (oltre i 65 anni). Le fasce più giovani della popolazione convergono con quelle più anziane nella propensione per gli alimenti che evidenziano sulla confezione prodotto in Italia, un “plus “che accomuna le famiglie con bambini sotto i 7 anni e quelle con responsabile acquisto over 55.

formaggio pecorino toscano dop altamente certificato e made in italy

Tirando le somme, l’attenzione per l’origine dei prodotti è trasversale e riguarda tutte le fasce d’età e di reddito. La caccia alle fibre, all’omega 3 e alle vitamine, poi, sta diventando il pane quotidiano di milioni di consumatori. Con questi presupposti, il Made in Italy dei prodotti certificati e di alta qualità può ancora respirare ancora per molto tempo.

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