Supplì di Pecorino Toscano DOP e pepe: polpette dal gusto toscano
La cucina italiana è variegata non solo per i suoi infiniti prodotti, ma soprattutto per le ricette dette ‘di recupero’, quelle che provengono da lunghe tradizioni contadine e diventate oggi un ‘must’ a tavola. Uno dei piatti rivisitati e riadattati alla cucina moderna, da quella gourmet allo ‘street food’, è quello dei Supplì, una ricetta tipica della cucina romana e diventati ormai un classico conosciuto in tutta Italia. Oltre ai classici supplì al telefono, come vengono chiamati nella capitale romana, vi proponiamo la ricetta dei Supplì di Pecorino Toscano DOP e pepe, un’idea sfiziosa creata per noi da Gianluca De Carli, foodblogger con la passione per la cucina italiana che ama sperimentare sempre nuovi piatti e raccontarli nel suo blog ‘Buone ricette…per cattivi cuochi’.
Ma prima di scoprire la preparazione della ricetta di Gianluca, sapete da dove proviene il supplì e perché prende questo nome? Ecco qualche curiosità prima di mettersi ai fornelli!
- Dagli avanzi alla ricetta in tavola
I supplì nascono come piatto ‘del riciclo’, partendo dagli avanzi del classico risotto al sugo, che una volta raffreddarsi si trasforma in un composto pronto per essere amalgamato e trasformato nella tipica polpetta di riso. Gli ingredienti semplici con cui si preparano i supplì sono di origine povera e molto economica. Nelle famiglie contadine, infatti, la produzione di cereali permetteva di avere sulle tavole sempre un gran quantitativo di riso e per variare il gusto del classico riso in bianco, le massaie lo mescolavano alla salsa di pomodoro e lo friggevano, dopo averlo avvolto con una panatura di pane raffermo grattugiato. Nel corso del tempo, la dimensione e la praticità dei supplì divennero caratteristiche determinanti per fare di queste piccole polpettine di riso un perfetto street food.
- Il nome e le origini del supplì
Il nome ‘supplì’ deriva dall’italianizzazione del francese “surprise” (sorpresa). La sua forma è cilindrica e allungata e per questo è molti simile agli arancini tipici siciliani, dal quale però differisce per la caratteristica forma a fuso (o a siluro). Nella ricetta originale il supplì è fatto con con riso (carnaroli, arborio o vialone nano) bollito in acqua salata, condito con sugo di carne, pecorino e lasciato raffreddare, lavorato con uova crude, arrotolato con all’interno una striscia di mozzarella (nella ricetta tradizionale la mozzarella va da un capo all’altro del prodotto), passato nel pane grattugiato e fritto in olio bollente. Uno dei nomi comuni di questa tipica pietanza della tradizione romana e laziale è “supplì al telefono”, derivante dal fatto che per mangiarlo caldo, come è tradizione, andava aperto in due e la mozzarella filante creava un “filo” tra le due parti di riso facendolo sembrare, appunto, un telefono.
Volete conoscere la ricetta del Supplì cacio e pepe e scoprire le altre gustose proposte con il Pecorino Toscano DOP?
La ricetta di Gianluca la trovate qui. Inoltre, sul sito del Pecorino Toscano DOP potete trovare le altre proposte sfiziose con protagonista il Pecorino Toscano DOP realizzate dai foodblogger che hanno partecipato al nostro progetto ‘La forma e il contenuto’.
Non dimenticate di sfogliare anche il nostro Ricettario. Troverete tante idee per il vostro menu e gli abbinamenti più inediti, dagli antipasti ai dolci, tutti a base di Pecorino Toscano DOP!
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