Focus sui formaggi pecorini del rapporto ISMEA – QUALIVITA
Il rapporto ISMEA-Qualivita ci dimostra ancora una volta che il settore delle indicazioni geografiche sta dando risultati concreti solo il valore della produzione complessiva ha superato i 16 miliardi di euro e l’export, per la prima volta, i 9 miliardi, ma l’analisi dei dati dimostra una ricaduta economica positiva in tutte le province del nostro Paese delineando un modello vincente
Enrico Corali, Presidente dell’ISMEA, sintetizza così il rapporto ISMEA Qualivita, giunto quest’anno alla XVII edizione.
L’indagine annuale che analizza i valori economici e produttivi della qualità delle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP IGP STG quest’anno, per la prima volta, ha analizzato, in forma comparativa, tre formaggi DOP: il Pecorino Romano, il Pecorino Sardo e il Pecorino Toscano. Una scelta importante e significativa che potrebbe offrire, in futuro, tanti spunti interessanti rispetto a come rapportarsi con il consumatore finale.
A livello di consumi – si legge nel rapporto “Negli ultimi anni l’andamento dei consumi di formaggi pecorini è stato piuttosto variabile con un picco particolarmente negativo nel 2015 (ridotta disponibilità di prodotto per il mercato interno, prezzi elevati), in un contesto di generalizzata contrazione degli acquisti di formaggi e latticini”.
C’è poi il riferimento alla territorialità che continua essere un elemento caratterizzante per i formaggi pecorini, con il 70 dei volumi che si concentra al Centro-Sud e Centro a fare la parte del leone con una penetrazione di del 68 per centro pari a quasi 4 milioni di famiglie acquirenti.
I prodotti DOP, inoltre, sono pari al 60% degli acquisti complessivi di formaggio pecorino, anche se, negli ultimi cinque anni, escluso il 2016, il segmento DOP ha registrato una dinamica peggiore rispetto al non-DOP.
Un consumatore tradizionale in cerca di un “contatto” con il prodotto
Vediamo ora qualche pillola relativa alle dinamiche di consumo: “La pressione promozionale nel segmento DOP cresce in linea con il mercato, anche se è leggermente inferiore rispetto al totale mercato dei pecorini (circa 3 punti in meno). Il consumatore di formaggi pecorini si autodefinisce “tradizionale”, un cultore dei sapori antichi, nonché una persona che apprezza i piaceri della tavola
Sia i consumatori che i potenziali consumatori manifestano l’esigenza di un maggiore contatto (materiale e immateriale) con il prodotto
In linea di massima, sul fronte del consumatore, “la certificazione DOP svolge un ruolo importante nel rassicurare gli acquirenti che stanno acquistando ad un «buon rapporto qualità/prezzo», obiettivo e fattore d’acquisto principale”.
Il rapporto ISMEA
Vi abbiamo dato solo qualche spunto di riflessione tra i tanti che potete analizzare nel dettaglio, direttamente nella
SINTESI DEL RAPPORTO ISMEA DEDICATO AI PECORINI.
Fonti:
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