Il settore lattiero-caseario fra presente e futuro. Le tendenze
Il Covid-19 ha cambiato lo scenario globale in tutti i settori e invertito le tendenze positive con cui si era aperto il 2020 per alcuni comparti agroalimentari, compreso quello lattiero-caseario…
Secondo l’analisi contenuta nel Rapporto Ismea sulle tendenze del latte, i primi due mesi del 2020 avevano confermato il buon andamento della produzione lattiera e un incremento in tutti i principali Paesi produttori. Una tendenza che, però, è stata invertita dall’emergenza sanitaria scoppiata in concomitanza con il picco di produzione primaverile di latte nell’Unione europea, aggravando anche la spinta dei prezzi verso il basso.
• I dati
Secondo lo stesso Rapporto Ismea, nel primo trimestre 2020 i prezzi del settore lattiero-caseario hanno registrato un calo del 6 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, principalmente a causa della progressiva flessione dei listini dei formaggi duri e del latte alla stalla. A questo si è unita un’eccedenza di materia prima dovuta alle minori richieste da parte dei caseifici, anche a causa della mancanza di addetti per malattia o per limitazioni agli spostamenti imposti dal governo, e le difficoltà di collocamento dei prodotti a seguito della chiusura del canale Ho.re.ca. Elementi che hanno spinto al ribasso l’intero settore, oggi chiamato a trovare una possibile chiave di volta nell’export.
• Uno sguardo al futuro
Nel 2019 le esportazioni dei formaggi italiani avevano registrato un incremento del 14 per cento, secondo un’analisi di Coldiretti elaborata sulla base dei dati Istat del primo bimestre e riportata da Ice Agenzia. In Europa i nostri prodotti hanno raggiunto, in via prioritaria, la Germania, la Francia e il Regno Unito, mentre sul fronte extra europeo i mercati principali sono stati Usa e Giappone. Dati positivi confermati anche dal Rapporto Ismea per i primi mesi del 2020, sia in volume che in valore, con la consapevolezza, però, che i risultati finali di quest’anno saranno compromessi dalle difficoltà legate al Covid-19.
Quello che è certo è che la promozione del Made in Italy agroalimentare non si ferma e guarda al futuro con ottimismo, puntando sempre sulla qualità dei suoi prodotti apprezzati in tutto il mondo.
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