Attenti al lupo, per tutelare il lavoro degli allevatori
Quella tra lupo e greggi è una lotta antica come il mondo. Una lotta nella quale l’uomo ha sempre avuto un ruolo di primo piano per preservare il fragile equilibrio tra natura e cultura. Oggi l’esigenza è quella di tenere insieme la tutela dei lupi con la difesa delle greggi. Una sfida difficile anche perché, stando ai dati raccolti dalla Coldiretti negli ultimi tre anni i lupi in Italia sono raddoppiati e toccano una quota di circa 1.800 esemplari. A questi vanno aggiunti i molti ibridi che nascono dagli incroci tra i lupi e i cani selvatici. Numeri che rischiano di minare il lavoro dell’uomo e di metterne a rischio la presenza stessa, soprattutto nelle aree interne di molte zone del Paese: dal Piemonte all’Emilia Romagna, dall’Abruzzo alle Marche, dal Lazio al Molise fino alla Toscana.
Quando si verificano gli attacchi dei lupi gli effetti possono essere devastanti in termini di animali uccisi e agnelli persi. In Toscana, ad esempio, il Corpo Forestale ha rilevato che, nel 2015, nella sola provincia di Grosseto sono avvenuti 476 attacchi di lupi o ibridi, con 1.210 capi morti tra pecore e agnelli. Dati che spiegano la necessità di un continuo vigilare da parte del pastore.
Cani e recinzioni spesso non bastano più. Gli allevatori da soli non ce la possono fare, questo è evidente. Serve una sinergia forte anche con le istituzioni, anche per accelerare i tempi necessari allo stanziamento delle risorse per gli indennizzi. Prevenzione e controllo del randagismo sono due priorità dalle quali partire per garantire la continuità degli allevamenti e ridurre la tendenza ad abbandonare la propria attività.